Come molti ex-chitarristi sono stato attratto verso il liuto dalla quantità di musica per liuto barocco (segnatamente J. S. Bach e S. L. Weiss) che si trascrive spesso malamente per la chitarra classica.
La passione fu a quel tempo talmente forte da farmi ordinare una splendida chitarra a 10 corde di “José Ramirez. L’effetto della scuola di Narciso Yepes era forte e noi allievi avevamo quasi tutti una 10 corde.
Dopo qualche anno l’interesse e la passione sono le stesse.
Così da liutista l’interesse per il liuto barocco è ovvio e immediato. Il discorso sarebbe molto, MOLTO più lungo, ma mi limito a dire che nell’agosto del 2006 sono entrato in contatto con Hendrik Hasenfuss e dopo due lunghe e forse esaustive chiacchierate ho confermato la mia intenzione di aver un liuto barocco a 11 cori costruito da lui, basandosi su lavoro del liutaio amburghese Joachim Tielke, in particolare su un suo ben noto liuto del 1696.
Hendrik Hasenfuss ha una lista d’attesa di circa 18 mesi e dunque sto ancora aspettando, ma nel frattempo i miei gusti sono leggermente cambiati e ho cominciato a tempestarlo di e-mails per ottenere un nuovo appuntamento e ridiscutere quasi completamente lo strumento.
Dopo due mesi e mezzo di tentativi non andati a buon fine ho potuto incontrarlo ieri pomeriggio nel suo laboratorio per un po’ più di due ore, cha ha trascorse spiegandomi ancora una volta tantissime cose sui liuti, sui loro materiali e sullo stile di Joachim Tielke.
Appena rientrato nella mia stanza dell’hôtel Haus Sonnenschein di Blankenberg, con un gran mal di testa per le troppe informazioni ricevute in così poco tempo, ho cercato di appuntarmi alcune tra le cose più importanti che ci siamo detti in quell’occasione. le riporto così come le ho trascritte nella tarda serata di ieri.
Visita a Hendrik Hasefuss del 17 Ottobre 2007
Prima di tutto mi ha parlato di materiali:
Il Palissandro di Rio, ormai rarissimo e soprattutto la cui vendita è vietatissima, come l’avorio. Dovrebbe avere un certificato di accompagnamento. Purtroppo quando la scorta attuale è stata acquistata non usava.
Le particolari venature e i disegni sono generati dalla presenza di enormi “tarli” che hanno scavato gallerie nel legno che poi sono state riempite dall’acqua.
Tali gallerie hanno prodotto le particolari venature caratteristiche del Palissandro di Rio, il Palissandro che cresce lungo le rive del Rio delle Amazzoni.
Acetato, acquistato presso una piccola fabbrica di occhiali e tagliato in striscioline sottili e poi dorato con autentica foglia d’oro al di sotto. Permette di sostituire la tartaruga per particolari ornamentazioni.
Osso naturale. Non sbiancato malamente con prodotti chimici, ma naturalmente. L’osso ha dei piccoli pori che contengono il materiale che di solito ne garantisce l’elasticità. Se sbiancato chimicamente l’osso erde brutalmente tale materiale e diventa duro e friabile. Con l’osso si possono fare ottimi lavori, come per esempio il centro o i bordi della tastiera (Griffbrett), nonché i piroli (Wirbel).
L’avorio: dev’essere tagliato da una sega speciale raffreddata con acqua, di modo che non si riscaldi mai e non diventi friabile. Suona magnificamente e NON è poroso, se non pochissimo.
La celluloide: può sostituire l’avorio in parti che richiedono una lavorazione particolarmente sottile, come le giunzioni tra le doghe (Späne) o le bordature della tavola armonica
L’Ilexholz (Agrifoglio): legno che non diventa mai “giallo”, ma resta del proprio colore molto chiaro. Tuttavia non è proprio “bianco”.
Il problema è che ci sono materiali che possono essere accoppiati insieme, come ad esempio l’avorio, l’osso e la celluloide, mentre altri che non insieme assolutamente non vanno. Se si fanno particolari lavorazioni con l’agrifoglio bisogna che le parti a vista in tale sfumatura di colore siano tutte in agrifoglio, mentre viceversa avorio, osso e celluloide possono sposarsi insieme.
Il mio liuto basato su Joachim Tielke:
- Il cavigliere ha la parte superiore in avorio con relativo cavigliere per il cantino (Diskantreiter) in avorio. Le parti laterali sono in Palissandro e devono arrivare a delimitare in modo visibile la parte in avorio, sia sopra che sotto. Altrimenti il bianco dell’avorio si perde nel “paesaggio”, mentre delimitato ha più significato.
- Il fondo del cavigliere, traforato con il tipico motivo floreale di Tielke, è d’ebano all’interno e d’avorio all’esterno, cosí guardato attraverso mostra il tipico contrasto di colori che fu proprio degli strumenti di Joachim Tielke.
- I piroli sono di Cocobolo con la punta in osso.
- Il manico è rivestito di Palissandro, mentre la tastiera presenta un largo riquadro d’avorio (osso?) e all’interno è in Palissandro.
- Le doghe sono in Palissandro e le giunzioni tra le doghe probabilmente in celluloide.
- La tavola armonica del solito abete tedesco bordata con tre righe (forse) alternate di celluloide e Palissandro.
- Il ponticello presenta anche lui una lastronatura in avorio a richiamo del riquadro della tastiera.
Se ho fortuna avrò il liuto verso maggio 2008.
[Aggiornamento per la cronaca: lo strumento fu pronto per Natale dello stesso anno]
Ho scelto di ordinare la custodia dalla solita Kingham, che mi piace molto di più delle proposte alternative che ho visto in circolazione. Questo significa naturalmente che Hendrik Hasenfuss mi farà avere le misure in tempo per spedirle alla Kingham.