So che con questo post non farò bella figura e probabilmente riuscirò a offendere chi da anni suona seriamente e ancor più seriamente svolge ricerca nell’ambito delle corde utilizzate sui liuti, piccoli e grandi.
Come si vede nelle foto di questo blog possiedo un bel rinascimentale a otto cori, la cui particolarità è una lunghezza della corda vibrante di 630 mm: abbastanza per rendere complessa la scelta del cantino. Il carbonio diventa particolarmente rigido, il budello neanche a parlarne, il nylgut sembrava una buona idea, ma ho sbagliato il diametro durante l’ultima ordinazione e la mia mano sinistra mostra ancora con orgoglio che segno può lasciare un cantino in nylgut, quando gli si impone uno sforzo ben al di là del suo carico di rottura, ehm…
Nessun liutista di fine ‘500 avrebbe preteso un bel sol (con A = 440 Hz) da un liuto con una lunghezza della corda vibrante di 630 mm. Magari un fa diesis, meglio ancora un bel fa. Certamente non uno stramaledetto sol.
Comunque il mio otto cori è accordato su un bel sol e io non ne potevo più di sostituire costosissimi cantini in PVF (meglio noto ai liutisti come carbonio).
Così mi sono ricordato di uno splendido consiglio di Massimo: usare del bel filo da pesca! Trovandomi al mare, niente di più facile.
Sono entrato nel negozio di pesca più fornito che potessi ancora trovare e ho acquistato una matassina di Shimano Blue Wing del diametro di 0,45 mm.
Il prezzo?
🙂
EUR 6,00 per 200 metri.
No, non scherzo. DUECENTO METRI.
A mio umile parere ha un bellissimo suono, morbido, assolutamente non chitarristico, se cogliete cosa intendo. Non si rompe mai. Ma attenzione: si allunga, perdendo la propria timbrica. L’allungamento del materiale mi sembra dipenda dalla frequenza con cui lo suonate e lo accordate: posso però dirvi che dopo sei mesi (sì, lo so, è vergognoso…) non suona più bene e va sostituito.
Avete mai tenuto un cantino per sei mesi?
Posso solo consigliarvi di provarlo, magari insieme a una costosa accordatura in budello.